GLI UFO SPIANO GLI EVENTI POLITICI

di Alfredo Lissoni. Tratto dal libro "Gli X-files vaticani".

Ho voluto frugare negli archivi ecclesiastici; e, quando vi sono riuscito (attingendo sia a quelli cattolici che protestanti che ortodossi) le sorprese non sono state poche. In diverse occasioni cronache antiche hanno testimoniato di presenze extraterrestri nei momenti cruciali della storia dell’umanità, il che ha spinto diversi ufologi a ritenere che in qualche modo forme di vita aliene starebbero seguendo in maniera occulta la nostra evoluzione, interferendo solo nei momenti di grave crisi. Non commenterò una simile ipotesi; certo è che la documentazione al riguardo è rilevante, specie se si considera che dopo la caduta di Roma, a seguito delle invasioni barbariche e per tutto il Medioevo, l’intera cultura fu in mano alla Chiesa, e che migliaia di frati si fecero carico della salvaguardia della storia del pianeta.

Vediamo assieme dunque fatti, momenti ed episodi schedati dai pii amanuensi e storici porporati dell’epoca.

Nel 452 le truppe del feroce capo barbaro Attila si stavano dirigendo verso Roma, precedute dalla loro fama; si diceva che dove passasse il capo unno, la distruzione fosse tale che... "non cresceva più l’erba". La conquista di Roma avrebbe significato senz’altro la distruzione non solo della città, ma della stessa civiltà romano-cristiana. Contro l’irruenza delle invasioni barbariche, con enorme coraggio, insorse il pontificato romano, assurto a difensore e paladino della civiltà. Leone Magno (395-461), poi proclamato santo perché sotto il suo pontificato la Roma pagana aveva ceduto il posto a quella cristiana, decise di muovere incontro al terribile invasore. Uno splendido affresco di Raffaello nelle stanze del Vaticano, intitolato S.Leone Magno ed Attila, illustra abbastanza fedelmente (almeno per quanto riguarda la corte papale) l’episodio. Che ha dell’incredibile, se si pensa che il terribile barbaro fuggì dinanzi all’innocuo vecchietto venuto da Roma. Dinanzi a questa ritirata improvvisa, Attila disse in seguito di essersi convinto a cedere dopo avere veduto in cielo, sopra la processione papale, due vegliardi armati di spada (la devozione popolare dice fossero S.Pietro e S.Paolo) che lo minacciavano. Di eventi di "compartecipazione celeste" alle vicende politiche la storia ecclesiastica è piena e non solo nei tempi più remoti; quando i liberali di Cavour fecero breccia a Porta Pia nel 1870 mettendo fine al regno pontificio, e quando il comunismo riscosse massicci consensi alle votazioni del secondo Dopoguerra, tutte le icone sacre ai crocicchi di Roma si misero a sanguinare; quando la cristianità fu minacciata dall’invasione delle truppe ottomane guidate da Maometto II° (1432-1481) e lanciate alla conquista di Otranto, durante l’assedio di Rodi, l’11 agosto del 1480, strani segni furono visti nel cielo. In un dipinto dell’epoca (Parigi, Biblioteca Nazionale, manoscritto latino 6067, cc. 77 v.) è possibile notare una pioggia di raggi dal sole sugli accampamenti cristiani, l’apparizione di una croce "greca" nel cielo, ancora la manifestazione di S.Pietro e S.Paolo, vestiti di bianco ed armati di scudi e spade, mentre sbucano da dentro una nuvola sopra le truppe musulmane. Qualcosa di analogo accadde, secondo lo storico ottocentesco Giuseppe La Farina, nel suo Studi storici Nove sul secolo decimoterzo (1857), nell’ottantanovesimo anno della liberazione del Santo Sepolcro, nel 1188, mentre l’Occidente era sgomento per la riconquista della Città Santa da parte del Saladino. Narra La Farina: "Le più strane cose si raccontavano. La luna dicevano alcuni essere discesa in terra e quindi risalita al cielo; altri aver visto scorrer sangue dalle piaghe dei crocifissi, e chi sgorgar lacrime dagli occhi delle immagini della Madonne e dei Santi. Si parlava di aquile comparse in sogno, di eclissi e globi di fuoco, di tre luna con una macchia bianca e una croce di sangue, di profezie avverate, di voci sentite che andavan gridano per l’aere: Sventura, sventura a Gerusalemme...". Lo storico parmigiano Salimbene de Adam, vissuto nel tredicesimo secolo, sosteneva che "da sempre il cielo ha ammonito l’umanità con i suoi prodigi" e, ricordando la battaglia della Meloria dell’estate 1284 tra guelfi e ghibellini, testimoniava: "É da sapere che questa strage tra genovesi e pisani era stata annunziata prima che avvenisse: alcune donne mondavano durante la notte il lino, quando videro due grandi stelle scontrarsi nel cielo. Si traevano e ancora tornavano a urtarsi ed a percuotersi l’un l’altra, e più di una volta".

Le meteore punitive. qui

Gli E.T. negli archivi ecclesiastici. qui

Dischi volanti sopra le chiese. qui