I CRISTALLI

Introduzione alla Cristalloterapia

Κρίσταλλος in greco vuol dire ghiaccio e i cristalli come le altre pietre usate in cristalloterapia  appartengono al regno minerale (quindi tutte le pietre sono qui considerate cristalli per via della loro struttura cristallina).

Nell’antichità si faceva uso dei cristalli come in Mesopotamia da parte dei Sumeri 4000 anni prima di Cristo. Essi lavoravano le pietre e le usavano per la cristalloterapia o per risolvere i problemi della vita. Sono state rinvenute pergamene sigillate con lapislazzuli. L’astrologia babilonese trovò un nesso fra costellazioni e pietre in relazione agli uomini. Gli antichi egizi menzionarono molte pietre nel Libro dei morti e la turchese era messa nelle camere mortuarie affinché l’anima trovasse pace in cielo. Nell’Egitto si faceva largo uso di amuleti come la corniola per le magie d’amore. Nell’antica Roma le pietre venivano importate principalmente dall’Oriente e da Babilonia, ma anche dall’Arabia e dall’Etiopia. Nerone inviò una spedizione per portare l’ambra nell’impero e Augusto teneva sul Campidoglio un cristallo di rocca di 5 kg.

Le pietre vibrano in modo che risuonano con le energie di una persona. Queste sono le energie fisiche e quelle costituenti le attitudini e le qualità umane di ognuno. Questa forma di energia è chiamata energia sottile e può interscambiarsi tra le persone e i cristalli. E’ fisica ma meno di quella elettrica o meccanica. E’ difficile da misurarsi e per questo è detta sottile. I cristalli, quindi, intervengono ad aiutare l’equilibrio psicofisico di un individuo, rafforzandone le energie presenti.

Se teniamo in mano un gioiello indossato da una persona per lungo tempo, potremmo percepire sensazioni che riproducono le cose vissute dal proprietario dell’oggetto. Ed anche, se inviamo un pensiero preciso al cristallo, questo lo conserva fino al momento in cui noi lo ‘schiariamo’ (pg.6). I cristalli quindi hanno poteri di ricezione, conservazione e trasmissione dei contenuto-pensiero.

I cristalli, inoltre, come visto, ci aiutano a riequilibrare la carica energetica del corpo, lì dove si presenti un disequilibrio che provochi anche disarmonie a livello fisico. E questo si ottiene ponendo il cristallo giusto nel posto giusto. Intervenendo al livello dei corpi sottili si ottiene la guarigione a tutti i livelli. Una determinata pietra con la propria vibrazione va posta nel Chakra, zona del corpo umano energetica, che ha vibrazione simile a livello degli atomi. Così si ottiene l’armonizzazione. Ma, affinché riesca, bisogna che ci sia una trasmissione “portante” di energia psicofisica cosciente dall’operatore al subconscio del paziente.

Ciò non significa che la Cristalloterapia sia sostitutiva della medicina tradizionale, tutt’altro. Semmai può affiancarla in quei casi i cui i benefici di una cura istituzionale si facciano attendere oltremodo o abbiano bisogno di un sostegno. Molto utile come sostegno nei casi di depressione o svogliatezza e ovunque vi sia un malessere psichico.

Per la riarmonizzazione si usa il quarzo bianco o l’ametista.

Altre speciali proprietà dei cristalli:

1.    Ottenere informazioni dal profondo di sé o da sorgenti esterne, come l’angelo guida. Le risposte arrivano sotto forma di convinzioni o da situazioni esterne non collegate che sembrino darci la risposta al quesito, od anche come immagini oniriche o mentali.

2.    Nella meditazione risolvono problemi psicofisici.

3.    Aiutano a ricordare meglio determinate cose (lezioni scolastiche): meglio se piramidali.

4.    Attivano le energie positive che aiutano le relazioni.

5.    Attenuano la depressione e annullano le negatività presenti in un ambiente o in una situazione.

6.    Attenuano le conseguenze di ricordi spiacevoli.

I cristalli possono essere in forma naturale o lavorata (smussamento, levigatura, messa in forma). La scelta di quale delle due forme utilizzare al proprio scopo spetta al singolo operatore, tenendo comunque presente che si può intervenire su un cristallo lavorato per inserire nella sua memoria il compito da svolgere, come vedremo poi (‘programmazione’ ).

 Aurelio Nicolazzo