BAMBAGIA COSMICA DALL'INFINITO
Il 12 ottobre 2001 piovve su Roma una bambagia anomala in gran quantità. Se ne accorse un collaboratore storico del C.U.N. Roma che la vide scendere al quartiere Trieste verso le ore 14:30. Era una pioggia di puntini bianchi che poi, appena vicino all'osservatore mostravano la loro forma a batuffoli. Alle ore 15:15 egli telefonò a me per dirmi dell'accaduto, dopo aver avvertito un altro collaboratore. Subito mi precipitai nella terrazza condominiale in cima al palazzo a Roma Nord, col binocolo, e potei osservare lo strano fenomeno. Puntini bianchi scendevano e divenivano batuffoli di varia forma e dimensione, anche notevole. Vidi inoltre uno punto luminoso che si muoveva sulla mia verticale. Però i batuffoli non potevo afferrarli perché cadevano ai lati del palazzo. Erano allungati e raggomitolati. Scesi di corsa in cortile e afferrai al volo un batuffolo che era appiccicoso. |
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Lo
presi e lo misi dentro una busta gialla di carta per posta e la chiusi
in un barattolo di vetro con coperchio a vite. Anche il collaboratore
che notò per primo il fenomeno riuscì a prendere un batuffolo
che affidò poi agli esperti del C.U.N. per l'analisi. Io invece
tenni con me il batuffolo e lo osservai nel corso del tempo. Dopo un anno
circa la sostanza aveva perso colore e si era ridotta di dimensioni, tanto
da farmela vedere inconsistente e insignificante alquanto. Le analisi
chimiche del C.U.N. parlarono di sostanza tipo plastica fusa. Allora si
fece l'esempio di una scarpa da ginnastica che si squaglia a contatto
con la marmitta bruciante della moto. Sono passati altri anni senza che
io guardassi lo strano batuffolo. Il 15 maggio 2007 riapro il barattolo,
apro la busta di plastica e noto che ci sono stati grossi cambiamenti.
Qualcosa di anomalo è accaduto. Ho guardato il campione attraverso
la lente di ingrandimento e l'ho fotografato in macro sia con la macchina
digitale che con quella ottica, impresa alquanto difficile perché
non ha funzionato bene la macro della digitale. Intanto il batuffolo ha
riguadagnato le sue dimensioni originarie, è sempre costituito
da una sostanza filamentosa, a trecce di fili singoli, è sempre
appiccicata alla carta, ma da grigia è ritornata ad essere bianca
e le trecce sembrano aver anche aumentato le dimensioni di consistenza.
Cioè, in origine, erano lievi fili che ora sono più grossi.
Inoltre, come nella fotografia si può ben notare, sono presenti
alcuni fili tipo peli che escono fuori verso l'esterno e una sostanza
solida marrone, terra di Siena bruciata, dal nulla si è composta.
Non ricordo di aver afferrato della terra insieme al batuffolo, perché
esso cadde comunque sull'asfalto e non nel prato, ammesso che toccò
terra. In alcuni punti appare ancora il grigiore della prima modificazione
chimica. Devo ammettere che la modificazione avvenuta quasi sottovuoto
mi ha veramente impressionato e ho tentato di capire cosa sia accaduto.
Quale sostanza chimica, conosciuta prima, si genera in batuffoli chiusi
o allungati e poi perde consistenza e diviene grigia e infine riprende
forma, colore bianco e dimensione e genera al suo interno qualcosa di
sconosciuto, tra cui dei peli?
Naturalmente ci sarebbe bisogno di ulteriori analisi del campione in mio possesso, anche per sfatare errori di valutazione, ma la fortuna di questo strano caso è che ho pensato di trattenere il campione per studiarne l'evoluzione nel tempo e rendermi conto di cosa in quel soleggiato 12 ottobre cadde su Roma e la Toscana. Aurelio Nicolazzo Un
po' di Storia
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